Recentemente ho provato a fare una stima del bacino di individui con cui potrei avere la possibilità di uscire, io single 37enne residente a Milano.
Con la mia testolina assolutamente non scientifica, ho preso l’insieme delle persone di sesso maschile e ho eliminato la quota di omosessuali, per ovvie ragioni. Ad occhio e croce l’insieme si è ridotto di quasi la metà.
Poi, per gusto e buongusto assolutamente personali, ho sottratto la categoria degli uomini sotto i 37 anni – older is better, per la sottoscritta.
Dopo questa prima scrematura, mi sono accorta che iniziavano i veri problemi. Perché a questo punto il terzo sottoinsieme da eliminare immediatamente era quello degli uomini sposati, operazione che riduce non di poco il numero di superstiti. Eliminando poi anche quelli fidanzati (lo so, sei in crisi con lei da anni, non ti capisce, oramai siete fratello e sorella, io sono davvero speciale blablabla….) la situazione rasenta la disperazione. Ricapitolando: uomo, eterosessuale, sopra i 37 anni, non sposato e non fidanzato. Peggio della particella di sodio dell’acqua Lete.
Ma non è finita qui, perché man mano che il tempo passa, sto aggiungendo delle micro-categorie trasversali di soggetti da non avvicinare.
Innanzitutto, sono da eliminare gli uomini separati con figli. Se siete mai uscite con un uomo che ha dei figli, sapete di cosa sto parlando. Per non parlare degli uomini che si sono riprodotti e hanno malauguratamente generato figlie femmine… vade retro. Oltre a gestire una ex compagna che rende loro la vita impossibile (probabilmente perché richiede un minimo di programmazione, cosa che agli uomini riesce più difficile che far passare un cammello dalla celeberrima cruna di un ago), sono incapaci di concepire di amare qualcuno che non sia la figlia, per cui ti tratteranno sempre come la terza in linea. Terza, se hanno rotto il cordone ombelicale con la madre, altrimenti retrocedi direttamente in quarta posizione.
Ma la categoria trasversale che ho introdotto più di recente è “l’architetto di Bergamo”. Già, perché è empiricamente testato dalla sottoscritta che l’architetto di Bergamo ha sulla medesima un fascino particolare. Innanzitutto, l’architetto di Bergamo è ai miei occhi sempre bello come Bradley Cooper. In secondo luogo, ha il livello di ritrosia perfetto per innescare il meccanismo “io ti capisco meglio di chiunque altro, non potrai non amarmi”. E invece.
E invece l’architetto di Bergamo, dopo una prima fase di romantici voli pindarici, si affloscia in banali cliché, fatti di sporadiche cene monoproteiche accompagnate da riso integrale, con annesso aggiornamento in materia di massa grassa corporea. E se ne va puntualmente senza lasciarmi nemmeno un valido consiglio sull’arredamento del mio salotto. Che io dico: se sono in grado di affrontare certe conversazioni è evidentemente perché ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a finire di sistemare casa, che da ormai quasi tre anni è un cantiere non risolto. Come la sottoscritta, sebbene io lo sia da molto più tempo.
È vero che poche settimane fa parlavamo di liberare i miei cassetti per fare spazio ai tuoi calzini di spugna Nike che avresti portato da me prima del nostro imminente matrimonio, ma a conti fatti mi sono resa conto che andava benissimo anche un prezzo agevolato sull’installazione dell’aria condizionata. La prospettiva di riuscire a dormire durante le infuocate notti di luglio, addirittura con un bel 30% di sconto, mi suonava decisamente migliore della minacciosa illusione che l’architetto di Bergamo diventasse il padre dei miei 4 figli, costretti poi a vivere nell’attico di una città con livelli di PM10 perennemente sopra i livelli di allarme.
Insomma, queste mie divagazioni matematiche (che dimostrano la teoria del mio prof. del liceo “Donatella è bravina, ma sua sorella è un’altra cosa” – cit.) mi confermano che anche l’architetto di Bergamo non lascia alcun segno apparente, al pari dell’avvocato di Roma, del nerd di Milano o del manager de “la città che non esiste”. Lascia solo un conto corrente decisamente più povero ma finalmente la decisione di installare l’aria condizionata in casa.
Che per fortuna potrà riscaldarmi nel corso della primavera più fredda degli ultimi vent’anni.