Facce nuove si aggirano da qualche tempo per il condominio. Facce giovani, con pance prominenti non da birra ma da gravidanza, che in pochi mesi si sono trasformate in facce sempre giovani ma con occhiaie profonde a causa delle coliche notturne dei neonati. Passeggini per le scale, bimbetti sgambettanti in minuscoli stivali di gomma che ti salutano educatamente sotto i loro piccoli ombrellini.
Insomma, il condominio sta cambiando forma. All’interno, quantomeno, perché all’esterno continua a conservare la sua decadenza anni 60.
Devo però ammettere che queste giovani facce hanno portato una ventata di novità alle recenti riunioni condominiali. Non abbastanza forte per farci vincere la battaglia per il Superbonus (e forse è stato meglio così), forse sufficiente per creare un fronte di erosione di lungo periodo a discapito della vecchia guardia di inquilini, sicuramente in grado di far emergere alcuni nuovi interessanti profili umani.
Il pasionario. Legge tutta la documentazione in anticipo, quella che nessun altro aveva capito fosse disponibile sul fantomatico portale di condominio. Arriva preparato sulle tabelle, i preventivi, le ripartizioni. Sembra il rappresentante perfetto, ma scivola sul finale litigando con l’amministratore per un bisticcio nato durante un’assemblea del 2022, che evidentemente non aveva ancora processato a sufficienza. Ci porta fuori discussione per almeno mezz’ora finché dallo schermo non li avvisiamo con malcelato nervosismo che delle loro beghe non ce ne frega un cazzo.
La bionda. A dire il vero non sono sicura che sia bionda – io ero collegata da remoto e lei in sala quindi non potevo vederla – ma l’ho immaginata così, per dei validi motivi che vado ora ad esporre. Proprietaria di recentissima generazione, ignara degli anni di lotte intestine, si alza per parlare dopo che l’amministratore aveva illustrato un articolato sistema di suddivisione delle spese che teneva conto con equità dello storico del condominio. Si alza per parlare e contesta la suddivisione in nome di un presunto concetto di giustizia del tutto distaccato da quello di regolamento condominiale e sfondando con l’accetta i pesi e contrappesi che tengono in piedi il delicato ecosistema dei nostri rapporti. Pretende di non pagare una quota di spese a lei spettanti per legge, e la immagino rimandata con demerito al corso di diritto. Le ultime parole del suo sconclusionato discorso diventano un mugugno soffocato e io visualizzo la mia dirimpettaia che la incappuccia con un sacco di iuta e la getta fuori dalla stanza attraverso la porta di emergenza.
Marco Mengoni. Figlio subentrato ai genitori – tornati giù a godersi la pensione – moro, riccio, bello, molto giovane, ovviamente omosessuale. Si collega su Zoom, fiduciosamente con il video aperto. Dopo un’ora apre pure una bottiglia di vino, complice l’orario. Dopo due, la bottiglia è scesa a metà e spegne la telecamera. Mi scrive su whatsapp un disperato “ma è sempre così?”. Alla terza ora di litigate, abbiamo convenuto che, senza nemmeno un Ghali da ammirare, la riunione si stava rivelando più provante della finale di Sanremo. Lui preferisce Mahmood, ma la prossima volta quantomeno ci berremo su in compagnia.
L’assistente dell’amministratore. Bionda – davvero bionda, la vedo nello schermo – e molto carina, è un elemento entrato di recente nella squadra di quel paraculo dell’amministratore. Inizia la riunione con grandi sorrisi e scambi di sguardi complici, si capisce lontano un chilometro che i due hanno una relazione. Con il passare delle ore il viso le si accartoccia, i capelli si arruffano e compaiono delle occhiaie scure sempre più pronunciate. Mentre l’amministratore litiga con il pasionario, cerca in ogni modo di prendere affannosamente le sue parti. Quando sul finale si trova però a dover redigere il verbale e lui confonde i termini “deliberano” e “propongono”, lei quasi in lacrime urla “Non ti ci mettere pure tu”. Dallo schermo la vedo incapace di difendersi da non meglio identificate persone che la costringono ad inserire nel testo delibere approvate con una maggioranza del tutto aleatoria, creando una sorta di decreto milleproroghe in cui si affiancano la tinteggiatura delle scale e le nuove decorazioni natalizie, richiesta probabilmente fomentata da un sodale dello spirito trash del mitico portiere Luciano.
Oltre a queste minuzie, e in continuità con la proverbiale inerzia di questo stabile, non abbiamo ancora approvato alcun lavoro concreto.
Ma sento la speranza crescere.
Tutte le facce nuove sono determinate a puntellare la facciata del condominio prima che un pezzo di cornicione travolga i loro fragili passeggini.
E, sicuri del mio contributo al fronte comune per la lotta, questi novelli partigiani nati ai tempi dei social mi hanno, con slancio, incluso in un nuovo gruppo Whatsapp.
Stay tuned.